LIBRI/ Un’antologia sull’eros femminile edita da Fusibilia
Ci hanno negato la verità dei nostri corpi, alterandola.
Siamo state tenute nell’ignoranza delle nostre zone più segrete.
Adrienne Rich
E’ molto bella e ben curata dal punto di vista tipografico e dei contenuti questa raccolta antologica al femminile prefatta da Beppe Costa e impreziosita dalle immagini di Sabrina Manfredi, in cui cinquantasette poete raccontano l’eros e la propria sessualità attraverso la parola poetica.
In questo libro, curato da Dona Amati e articolato nella sezione Amanti e Desideranti, le autrici presenti effettuano una rilettura del proprio essere femminile, manifestano la propria identità antonoma e soggettiva, attraverso il corpo e il linguaggio, riappropriandosi di due aspetti per secoli negati al genere femminile: la fisicità e la scrittura.
All’interno poesie di Giovanna Iorio, Elena Ribet, Antonietta De Luca, Nicoletta Orlandi Posti, Claudia Tifi, Maria Carla Trapani, Antonella Tavarella, Nives Sardu, Giulia Cherubini, Ada Crippa, Simonetta Ramacciani, Antonella Rizzo, Tania Ballotta, Sandra Collaùto, Antonella Riccardi, Laura Vargiu, Tinta, Fabia Ghenzovich, Michela Zanarella, Maria Grazia Anglano, Silvia Rosa, Laura Cingolani, Antonella Lucchini, Michela Pistidda, Marina Minet, Stefania Battistella, Sylvia Pallaracci, Carmela D’ascoli, Maria Carmela Dettori, Monica Garbelli, Alessia Pizzi, Donatella Giancaspero, Renata Adamo, Stefania Di Lino, Valentina Campiglio, Iolanda La Carrubba, Numa Echos, Laura Bellussi, Luciana Moretto, Silvia Favaretto, Paola Prinzivalli, Luciana Vasile, Nevia Sabatino, Annamaria Giannini, Liliana Arena, Marcella Testa, Teresa Hagendorfer, Costanza Lindi, Yuleisy Cruz, Valentina Benvenuti, Giulia Basile, Luana Farina, Angela Spoto, Daniela Dante, Anna Bertini, Elena Monti, Samantha Terrasi.
Volume collettaneo di poesie con prefazione di Beppe Costa e postfazione di Dona Amati. Illustrazioni fotografiche di Sabrina Manfredi.
Due poesie scelte tratte dalla raccolta:
Vieni a contarmi il costato.
Vieni ad affondare le dita
nel vuoto
tra quelle appendici.
Tasta il suo profondo
fermati, indugia, ascolta.
E poi torna a contarle
ancora ad una ad una
a scorrere con le dita
nell’assenza cedevole
e sulla costola innervata.
E dimmi…
Dimmi se hai udito
in altre parole
la tenerezza che erompe
da dentro.
Se son fioriti abissi
fra le tue mani.
Se solo per un attimo
un attimo solo
hai visto il mio vero volto.
(Maria Grazia Anglano, p.49)
*
La mappa che mi orienta
Le strade dei tuoi fianchi sono in me
nessun pendolare vi si aggira
solo il mio vagare ti raggiunge
e sulle spalle, a tratti, scorro come un’ombra
e ti chiedo
cospirando fra le braccia
solo un gesto –ripetuto all’infinito
Non seguirmi, sei già qui
………………………………………………………….[se ti percorro
La penombra mi è riparo mentre conto le tue dita
includendomi alle somme, cosa sola
Sono un’orma in questo viaggio -pellegrina
conto i passi della luna
annientando tutti i venti
e i sentieri che intravedo già si dicono disposti
perdonandomi i confini
Sei la mappa che mi orienta, oggi e sempre
del tallone che mi sposta e del destino
…
Il paesaggio che ora incarni è luce e canto
mietitura anche d’inverno
……………………………………………………………..[cuore e voce
Le tue armi sulla soglia inaspriscono la sete
affidandomi le forze e l’altro cielo
poi di colpo schiudi il grembo -e i deserti e le radure
mescolandosi al via vai, rassicurano ospitali
quasi fossero trincee
e vi adagio per la resa, la battaglia più istintiva
(Marina Minet, p.59)
riferimento: http://www.fusibilia.it/?p=3183