LIBRI/ Il segreto delle rose canine – Nell’intrigante storia delle baronesse di Carini di Milly Bracciante
Esistono in natura dei luoghi dove si attivano forze misteriose che li riempiono di magici poteri (M. Bracciante)
Ricordo ancora l’emozione mozzafiato che mi colse, allorché negli anni ’70, poco più che adolescente, vidi per la prima volta lo sceneggiato televisivo in quattro puntate L’amaro caso della Baronessa di Carini diretto da Daniele D’Anza, la stessa emozione provata quando Milly Bracciate qualche settimana fa, mi fece dono del suo ultimo romanzo “Il segreto delle rose canine” (Ed. Prova d’Autore, 2009), sottotitolalo Nell’intrigante storia delle baronesse di Carini. Una libretto dal risvolto misterioso e accattivante con richiami storici e venature di giallo, tutto ambientato nelle terre siciliane di Carini (ad ovest di Palermo) che furono di proprietà del potente barone La Grua.
Il segreto delle rose canine indaga sui funesti fatti di sangue (conosciuti e non) avvenuti nel castello baronale siciliano nel corso del 1500. Consta di 115 pagine ed ha molti pregi, qui vorrei sottolinearne almeno tre:
a) l’onestà intellettuale che si fonda sulla passione, l’immediatezza del narrato e la meticolosa lucidità dell’esposizione;
b) la ricca e approfondita rappresentazione del territorio siciliano e dell’identità popolare, che non ha nulla di folcloristico o di studiato a tavolino, ma è frutto di una consapevole adesione ai valori delle tradizioni e delle radici;
c) il riconoscimento condiviso dei valori umani, degli affetti e della memoria.
Accanto ai fatti leggendari e storici di Carini, la vicenda attuale di una donna comune (la protagonista) alla ricerca di sè, del proprio passato, che casualmente si imbatte in un’altra verità misteriosa e nascosta, lontana nel tempo e dai risvolti tutti coniugati al femminile (non una vittima, non un fatto di sangue si consumò a Carini, bensì tre, per salvare l’onore dei baroni). Il casuale ritrovamento di un’antica pistola del ‘500 (su cui si riconosce il disegno di una piuma svolazzante) e di una grossa chiave arrugginita muovono l’intreccio, abilmente annodato tra storia, credenze, fantasie popolari e immaginazione. Passato e presente che si confondono e si cedono il posto talvolta.
Infine, nella riappropriazione dei luoghi che le erano stati sottratti dagli uomini e dal destino, nel ritrovamento di sé (e della propria verità interiore), nel disvelamento del mistero -occultato per secoli- e che macchiò di sangue il Castello di Carini, si può leggere la denuncia e il riscatto femminile dal pregiudizio e da una mentalità ancora oggi, talvolta, maschile e maschilista fonte di soprusi, errori ed ingiustizie.
Maria Pina Ciancio
~ di maria pina ciancio su dicembre 27, 2009.
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LIBRI/ Il segreto delle rose canine – Nell'intrigante storia delle … | Libri said this on dicembre 27, 2009 a 3:54 PM |
Mi hai fatto venir volgia di leggerlo…
Cari e affettuosi auguri
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giulia said this on dicembre 31, 2009 a 8:08 PM |
uh…L’amaro caso della Baronessa di Carini. Anche a me frulla qualcosa nella testa, un ricordo, forse i titoli dello sceneggiato in tv. Forse i miei lo ricordano e l’hanno pure visto ma io ero troppo piccolo oppure troppo preso da altro per restare alzato a vedere la tv. Ma non c’era anche una canzone o un tormentone su questa Baronessa?
Buon anno Mapi!
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pani said this on gennaio 1, 2010 a 4:10 PM |
La ballata popolare illustrata nel cartellone del “Cuntastorie” Giovanni Virgadavola. Il dramma cinquecentesco, tramandato dai cantastorie, cantato da Gigi Proietti, sigla dello sceneggiato televisivo “L’Amaro caso della Baronessa di Carini” in quattro puntate, andato in onda nel 1975 dalla RAI.
Un abbraccio carissimo a voi con i miei auguri di un felice 2010!
Mapi
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maria pina ciancio said this on gennaio 1, 2010 a 7:33 PM |
Bellissimo romanzo dove la scrittrice ha saputo mescolare, con eccezionale perizia, i ricordi di una vita ormai trascorsa che affiorano con struggente tenerezza alla sua memoria, con la nota cronaca (trasmessa anni fa sotto forma di fiction tv) di un tragico fatto di sangue, avvenuto secoli addietro, quello delle baronesse di Carini. Una natura lussureggiante e quasi incontaminata, dai colori intensi e dai profumi inebrianti, fa da cornice a tutto il racconto, dove persone, animali e cose si fondono e interagiscono tra loro in un equilibrio e un’armonia assolutamente perfetti.
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Lia Vitale said this on gennaio 8, 2010 a 6:51 PM |
L”autrice non e’ solo incredibilmente abile nell’intrecciare memoria e storia,ma possiede un dono della felicita’ espressiva non comune.Questo racconto apre uno spiraglio sull’intricato e tempestoso mondo di una donna siciliana (non comune affatto nella sensibilita’ ed innata passione)che vede la sua vita ridursi in brandelli e si sovrappone quasi a Laura La Grua ed al suo immane sacrificio.Io non so se l’elemento descrittivo e’ la principale carta vincente(o avvincente) di questa storia,ma certamente,e’una qualita’ unica e propria di Milly Bracciante.
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giuliana drago-gaudette said this on gennaio 9, 2010 a 8:50 PM |
avevo cinque anni quando quel scenegiato andò in onda..era una domenica uggiosa di novembre è rimasto idelebile il ricordo di quei luoghi..quest’anno andrò finalmente a vedere il castello di Carini!!!!!! vorrei tanto avere anch’io questo libro, si trova facilmente?
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grazia said this on marzo 28, 2010 a 5:35 PM |